Appuntamento sabato 23 giugno in via Righi 46. Testimonianze di 10 operatori, richiedenti asilo e tirocinanti diventati «agricoltori in città» grazie alla cooperativa sociale
STORIA DI BRIGHT, FUGGITO DAGLI SCONTRI IN NIGERIA
«IN ITALIA HO TROVATO CASA E LAVORO»
COISLHA BIO COMPIE UN ANNO
E APRE LE PORTE DEGLI ORTI DI CHIESANUOVA
Il progetto avviato da dodici mesi. Il coordinatore Paolo Raffaelli: «Bilancio positivo. Racconti di persone accomunate da esperienze difficili alle spalle»
«Chi parte dal proprio Paese per andare altrove deve fissarsi delle priorità: imparare la lingua e un lavoro, aumentando le proprie competenze». Parole di Bright Eguabor, una delle dieci persone, fra operatori, richiedenti asilo e tirocinanti che partecipano a «Coislha Bio», progetto dell’omonima cooperativa sociale che opera nel campo dell’agricoltura biologica. La testimonianza di Bright, 32enne nigeriano, sarà una di quelle che verranno raccontate sabato 23 giugno (a partire dalle ore 14), nei terreni di via Righi 46.
Coislha apre le porte alla cittadinanza per festeggiare il primo anno del progetto di agricoltura sociale in contesto urbano. Un’iniziativa che permette a uomini e donne con storie differenti alle spalle di condividere il proprio tempo e portare avanti insieme un’esperienza da «agricoltori in città». Risale al giugno 2017 la firma della convenzione con cui il Comune di Padova, proprietario del terreno di circa un ettaro, dato in comodato d’uso per sei anni alla cooperativa. L’obiettivo è incentivare l’agricoltura sociale, biologica e a chilometro zero.
«Dopo i primi dodici mesi il bilancio è sicuramente positivo – dichiara Paolo Raffaelli, coordinatore della cooperativa Coislha -. Nel terreno di via Righi abbiamo coinvolto nella coltivazione, raccolta, vendita diretta e distribuzione dieci persone fra cui tre in percorsi di accoglienza, tre in inserimento lavorativo e quattro operatori. Storie diverse accomunate da esperienze difficili che adesso hanno la possibilità di acquisire competenze professionali e umane, percependo un reddito dignitoso».
Bright e la sua nuova vita da agricoltore biologico
In Italia dal 2011, la storia di Bright è fatta di tappe che evocano ricordi non felici. «Sono esperienze sempre difficili da ricordare e raccontare. Sono partito dalla Nigeria, non ho pagato nulla perché sono fuggito: nel mio paese c’erano problemi di carattere religioso – racconta –. Mio papà è morto, ho un fratello e una sorella lì in Nigeria. Lungo il tragitto dovevo fuggire dagli spari e trovare una nuova strada per salvarmi e ho incontrato altre persone che volevano andare verso la Libia. Giunti in Libia siamo stati caricati su un barcone, eravamo più di 200, bambini, donne incinte, uomini, ragazzi. Non so quanto sia durato il viaggio, forse due giorni. Eravamo stipati, spaventati, impauriti. Non sapevamo nemmeno dove stavamo andando. Ricordo che quando ho visto il mare ho pensato che era davvero bello. Ma anche molto pericoloso. Solo quando sono arrivato a Lampedusa ho capito che ero finalmente salvo». In Italia Bright si è subito adoperato per trovarsi un’occupazione. «Ho imparato l’italiano, ho fatto dei corsi per conoscere l’arte dell’agricoltore. È molto difficile arrivare in un Paese straniero, ma quello che ho capito è l’importanza di essere pazienti. Se non lo fossi stato ora sarei in carcere o morto. Ho capito che chi parte dal proprio Paese per andare altrove deve fissarsi delle priorità: imparare la lingua, acquisire professionalità, fare dei corsi, imparare un lavoro». Il suo sogno? «Ora per me sarebbe difficile tornare in Nigeria, non è sicuro, ma vorrei che la mia famiglia venisse qui».
Il programma
Quella di Bright è una delle storie che si potranno ascoltare durante la giornata. Insieme a lui ci saranno, Michele beneficiario di un percorso di inserimento lavorativo e Domenico socio storico di Coislha e perito agrario. Il programma della giornata prevede l’apertura dell’azienda agricola dalle ore 14, una visita guidata al campo in cui si potrà sperimentare l’attività di raccolta dei diversi prodotti coltivati, fra cui le fragole, i meloni, le zucchine e i fagiolini. Saranno illustrati i metodi di coltivazione biologica utilizzati e offerti degli assaggi con un piccolo rinfresco. Ci sarà inoltre la possibilità di comprare i prodotti appena raccolti, mettendo in pratica la filosofia della filiera corta. Alle 17 si terrà la presentazione del libro “Dammi cinque (piccole storie)” di Giovanni Rattini, Lodovica Vendemiati, Paolo Meneghini, Anna Trevisan e Alberto Zanella con l’accompagnamento alla chitarra di Andrea Fabris. La conclusione della festa è prevista per le ore 18.