Gli alberi che ci circondano allietano le nostre giornate a livello emotivo e pratico, ci proteggono dal caldo estivo e dal vento. Quindi è fondamentale prendersene cura e salvaguardare il nostro patrimonio per noi e per le future generazioni.
Non sempre però gli interventi sono utili, anzi molto spesso in giro si vedono manutenzioni aggressive come la capitozzatura, detto anche taglio a capitozzo, tecnica che viene tuttora usata nonostante da anni in Italia si cerchi di fare un lavoro di comunicazione nei confronti della cittadinanza e dei comuni.
Tale metodologia di potatura si basa sul taglio di branche laterali a monconi, sopra il punto d’intersezione con il tronco o altro ramo principale, in modo che rimanga solo quest’ultimo.
La capitozzatura viene spesso usata per ridurre la chioma e la dimensione dell’albero andando quindi a sconvolgere quello che è l’assetto della pianta. Infatti, anziché risolvere il problema questo tipo d’intervento non fa altro che rendere l’albero più pericoloso nel lungo periodo.
Questo perché tale potatura porta l’arbusto a sviluppare un meccanismo di difesa che produce lo sviluppo di rami più esili e più lunghi che per la loro formazione comportano il consumo di molte delle sue riserve naturali.
Esempio di capitozzatura
Le gemme laterali forzeranno la crescita di germogli accanto ad ogni taglio che è stato effettuato, questo comporterà una crescita veloce dell’albero che in pochi anni può recuperare il volume e fogliame precedente all’intervento.
I nuovi rami, tuttavia, hanno un’inserzione molto più debole di quella naturale e quindi possono facilmente subire danni e cadere, una potatura drastica non vuol dire in nessun caso rafforzamento della pianta.
La capitozzatura può provocare danni non solo all’albero su cui si è operato ma anche agli alberi vicini, oltre ad essere maggiormente vulnerabile agli insetti e alle malattie.
Molti enti comunali da diversi anni a questa parte hanno iniziato un lavoro di salvaguardia del nostro verde attraverso l’indicazione di quelle che sono le possibili regole per la potatura, in particolare il Comune di Padova scoraggia tale tipo di pratica all’art 2 del regolamento edilizio.
Molto spesso la capitozzatura viene fatta perché più economica rispetto a quella che sarebbe una potatura corretta, tuttavia alla lunga il primo tipo d’intervento si rivelerà più oneroso a causa del fatto che l’albero continuerà costantemente ad avere bisogno di cure, quali: possibili danni ad alberi vicini, probabile diminuzione del valore della proprietà, costo sostituzione in caso di morte.
Bisogna sempre ricordare che un albero deve essere curato nella maniera più opportuna per la salvaguardia, una potatura corretta consiste nell’eliminazione di quelli che sono i rami più pericolosi, instabili, secchi o malati.
U n bravo arboricoltore è in grado dopo un accurato sopraluogo e uno studio della situazione di proporre ed effettuare la potatura più consona per ridurre la chioma dell’arbusto senza alterare in alcuna maniera l’equilibrio naturale della pianta. L’intervento corretto consente la naturale crescita e il mantenimento della bellezza invariata della pianta, allo stesso ci consentirà in seguito di avere meno necessità d’intervenire.
Ecco a confronto i due metodi appena presentati in un riassunto della SIA, società italiana arboricoltura, che da anni cerca d’istruire all’utilizzo di una potatura corretta anche attraverso l’opuscolo “Perché la capitozzatura è dannosa”.
Operare su un albero non è una cosa semplice specie se l’idea è quella di fare il meglio possibile per il nostro ambiente, per questo motivo è fondamentale affidarci a persone esperte e con certificazioni adeguate che siano in grado di individuare e capire lo stato di salute della pianta, e di operare nella maniera opportuna in totale sicurezza.
Da anni i nostri operatori si occupano di arboricoltura e costantemente si tengono aggiornati con le nuove tecniche e metodologie per offrire ai clienti un servizio migliore e più efficace possibile